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lunedì, Aprile 29, 2024
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Storia di San Silvestro e delle tradizioni di fine e inizio anno

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Storia di San Silvestro e delle tradizioni di fine e inizio anno

Tutto accade nella notte fra l’ultimo giorno di un anno, in questo caso del 2023, e il primo del successivo, il 2024, fra domenica e lunedì. Dalla notte dei tempi è momento di espiazione, di chiusura di un ciclo e dell’inizio di un altro. È questione di storia, di tradizione, di riti e di scienza. La notte che porta dal 31 di dicembre al primo di gennaio, la notte fra l’ultimo giorno di un anno e il Capodanno, il primo dell’altro.

Si chiamavano strenae i doni che gli antichi romani usavano scambiarsi all’inizio dell’anno, inizio indicato da Giulio Cesare nel primo di gennaio in quel calendario che è ancora la base del nostro. E ancora oggi fra l’ultimo giorno dell’anno e il Capodanno ci si scambiano auguri e si fanno riti propiziatori anche se non si donano più fichi accompagnati da ramoscelli d’alloro come le strenne, dal bosco della divinità Strenia.

La notte precedente

Nel mondo occidentale il giorno festivo è il 1 gennaio, ma la festa e la mangiata si fanno la sera precedente, quella di San Silvestro, il 31 dicembre, la vigilia in cui si fa il veglione, cioè si sta svegli fino a mezzanotte, al giorno e all’anno nuovo.

San Silvestro

San Silvestro è il santo che la Chiesa festeggia il 31 dicembre. Il cenone prende il nome da lui, ma la sua storie non è legata a riti della fine dell’anno. Silvestro I papa e santo è vissuto nel 300 con Costantino imperatore che pare abbia fatto molto più del pontefice per la chiesa. La sua gloria viene tutta dalla posizione nel calendario.

Tradizioni

È tradizione spagnola mangiare 12 chicchi d’uva rigorosamente al ritmo dei dodici rintocchi di campana di Puerta del Sol, a Madrid, alla mezzanotte del 31 dicembre. Sono uno per ogni mese dell’anno a venire: i dolci significheranno mesi fortunati, quelli più aspri i mesi da temere.

In Germania la sera del 31 dicembre si scioglie un pizzico di piombo e poi si versa in acqua fredda. A seconda della forma che assume si sa come sarà l’anno che verrà.

L’intimo va indossato rosso. È sempre benaugurante e in un posto si fa un passo in più. Se non si fa, comincia un anno sfortunatissimo per gli abitanti di La Font de la Figuera, in Spagna. Loro non si limitano a indossare biancheria rossa sotto i vestiti, ma trascorrono l’intera notte del 31 per strada in mutande (rosse).

Mangiare frutta rotonda è abitudine nelle Filippine. In generale i cibi circolari, senza un inizio o una fine, come le arance o le ciambelle, sono di buon auspicio per una vita lunga. Meglio se sono dolci. In Giappone la notte di Capodanno si mangiano i lunghissimi toshi-koshi soba, spaghetti di grano saraceno che collegano idealmente «un anno all’altro». Sono simbolo di longevità.

botti con il loro rumore hanno l’obiettivo di scacciare gli spiriti maligni. Vale anche il botto della bottiglia di spumante.

Vischio

È la pianta simbolo della complementarietà eterna fra sole e luna quindi rappresenta l’amore che dura. La storia nasce dalla dea celtica Freya, protettrice degli innamorati. Il bacio sotto al vischio è una tradizione che risale a un’antica leggenda di origini nordiche. Insieme alla dea, i protagonisti sono i suoi figli Balder e Loki: il primo, il dio del Sole buono e amato, il secondo, dio del Male irascibile e invidioso, che decise di uccidere il fratello. Avvisata del pericolo, Freya provò a proteggerlo chiamando in aiuto ogni pianta e animale, dimenticandosi però del vischio. Loki ne approfittò utilizzando proprio del vischio intrecciato per costruire un’arma appuntita per colpire Balder. Freya era disperata, ma le sue lacrime, cadendo sull’arma fatta di vischio, si trasformarono in bacche perlate che miracolosamente ridiedero vita al figlio. Da allora la dea ringraziò con un bacio tutti quelli che passavano sotto al vischio, ritenendolo simbolo dell’amore che sconfigge la morte.

Capodanno

Lo dice il nome: Capodanno è il Capo dell’Anno, l’inizio dell’anno. È il primo giorno dell’anno. Per quella parte di mondo che segue il calendario gregoriano Capodanno è il primo giorno di gennaio. Per chi segue invece ancora il calendario giuliano, per esempio le chiese ortodosse, la data è quella del 14 gennaio, ma vale solo per questioni religiose.

È stato Giulio Cesare, introducendo il calendario, nel 46 a.C., a fissare la data al primo giorno di gennaio. Prima era stato fatto iniziare l’anno il primo di marzo. Pare ci fosse anche una necessità più antica nella scelta della data. Si doveva dare in fretta incarico al console Quinto Fulvio Nobiliore, già eletto a dicembre, per mandarlo a sedare una rivolta in Spagna nel 153 a.C.. La sua nomina arrivò dunque in anticipo di tre mesi e mezzo rispetto all’abituale 15 marzo. La festa romana corrispondente è quella del dio Giano, bifronte, guarda un anno e l’altro. Dal suo nome viene quello del mese di gennaio.

Le altre date

L’adozione del 1 gennaio come obbligatorio primo giorno dell’anno è del 1691 con papa Innocenzo XII che stabilì in questo giorno la festa della circoncisione di Gesù. Prima ognuno aveva fatto un po’ a modo suo. In Inghilterra e in Irlanda il capodanno si celebrava il 25 marzo, in Spagna si cambiava l’anno al 25 dicembre. La Francia sceglieva la domenica di Resurrezione, Venezia andava con il primo di marzo e la Sardegna con il primo di settembre.

In seguito ci sono almeno un paio di tentativi, naufragati, di cambio di data. Il calendario repubblicano francese nato con la Rivoluzione faceva partire l’anno il 21 settembre. L’era fascista in Italia aveva una numerazione parallela con l’inizio d’anno al 28 ottobre, la data della Marcia su Roma. Il capodanno cinese cambia tutti gli anni, il prossimo comincia il 22 gennaio.

I riti contro il male

Ci sono riti per scacciare il maligno in tutte le fine d’anno. Bruciano tradizionalmente il vecchio (anno) in forma di fantoccio molte città italiane e anche tante popolazioni straniere. C’è chi spara colpi in aria e chi getta pezzi di legno ardente, oltre a buttare i piatti rotti dalle finestre.

Tornando a Roma antica, ricorda l’enciclopedia Treccani, c’era l’espulsione dalla città di Mamurio Veturio, un vecchio rivestito di pelli che rappresentava Marte, cioè l’anno vecchio, il 14 marzo. Gettare oggetti vecchi dalle finestre ha lo stesso significato.

Riti di buon augurio

Si parte dai proverbi: «Anno nuovo, vita nuova», «Buona fine e miglior principio». Poi ci sono i riti. Nel Laos si prega per la fertilità della terra, gettando in apposite buche l’acqua per provocare la pioggia. In Estonia si distribuiva alla servitù e al bestiame una focaccia in forma di verro, il maiale da riproduzione, come mezzo di fecondazione. In Belgio si fanno gli auguri di buon anno agli alberi e al bestiame. In Scozia si cammina in processione, da est a ovest come il sole, dietro un uomo coperto da una pelle di bue. In Irlanda, come si faceva con il fuoco di Vesta nell’antica Roma, si accende il nuovo fuoco dal quale poi si accendono tutti gli altri.

Mai mancano casa e tavola: dal bacio sotto il vischio a cotechino e lenticchie in tavola perché ogni società che si rispetti almeno un rito culinario lo mette in campo per iniziare al meglio il nuovo anno, compreso il brindisi.

Divinare

Oggi c’è l’oroscopo per l’anno nuovo, nell’antica Babilonia la festa del nuovo anno, Zagmuk, vedeva il dio Marduk fissare il destino annuale della città. Più vicino e rurale il rito di gettare oggetti come fagioli e grano e stabilire dalla loro caduta quali sono gli auspici per l’anno nuovo. La vera novità è poi sempre quella cantata da Lucio Dalla, che tra un anno anche quest’anno nuovo passerà.

( di Chiara Pizzimenti www.vanityfair.it )

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