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Marina di Camerota. A Prescindere… cineforum: 19 luglio “Un Turco Napoletano” 20 luglio “No Grazie, il caffè mi rende nervoso”

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Marina di Camerota. A Prescindere… cineforum: 19 luglio “Un Turco Napoletano” 20 luglio “No Grazie, il caffè mi rende nervoso”

MARINA DI CAMEROTA. Ufficializzato il cartellone del cineforum dell’undicesima edizione della manifestazione promossa dall’Associazione Culturale OPERA ” A Prescindere… ” (arte – cultura – mostre- spettacoli- cineforum – ambiente) nel centro storico di Marina di Camerota. Per la sezione “Cineforum” ecco la programmazione del 19 e 20 luglio 2024:

Venerdì 19 luglio ore 20.30: Un Turco Napoletano
Un turco napoletano è un film del 1953 diretto da Mario Mattoli.

Adattamento al grande schermo della farsa Nu turco napulitano (1888) di Eduardo Scarpetta, è interpretato da Totò, primo film del trittico scarpettiano, completato da Miseria e nobiltà e Il medico dei pazzi, entrambi del 1954, girati tutti a colori sempre con Mario Mattoli dietro la cinepresa e con Totò nei panni di Felice Sciosciammocca.
Il film ambientato a Sorrento è, in realtà, girato a San Felice Circeo.
La canzone Carmè, Carmè… è scritta dallo stesso Totò ed è cantata da Nicola Maldacea Jr.
La canzone parodiata da Felice ai bagni di mare, quando per divertire le donne si attribuisce l’invenzione della danza del ventre in occasione di un mal di stomaco, è la melodia araba nota come Kradoutja.
Su alcune locandine del film compare un titolo diverso, con l’articolo determinativo: Il turco napoletano.
L’attore Aldo Giuffré ha dichiarato in un’intervista che la troupe era solita applaudire dopo le riprese, facendo sentire gli attori come su un palcoscenico; inoltre alcune scene vennero rifatte più volte a causa delle risate degli attori, in particolare quella in carcere dove Totò scambia il becchino per un sarto.
Sebbene basato su un’opera teatrale, il film presenta alcune differenze rispetto all’originale: la scena della fuga dal carcere è tratta dalla rassegna di riviste di Totò Se quell’evaso io fossi (1933), così come la scena del becchino scambiato per un sarto, già utilizzato in Le sei mogli di Barbablù (1950); l’idea dell’eunuco era stata utilizzata da Totò anche nella rivista Uomini a nolo (1937).
All’inizio del film si afferma che lo spettacolo è ambientato il 24 febbraio 1904 al teatro San Carlino di Napoli: nella vita reale il teatro fu demolito nel 1884, prima che fosse scritta la commedia originale.

interpreti e persnaggi:
Totò: Felice Sciosciammocca
Carlo Campanini: don Pasquale Catone
Isa Barzizza: Giulietta, moglie di don Pasquale
Aldo Giuffré: Faina
Primarosa Battistella: Lisetta Catone
Enzo Turco: Carluccio “uomo di ferro”
Mario Castellani: onorevole Cocchetelli
Christiane Dury: Marion
Amedeo Girard: don Ignazio
Franca Faldini: Angelica, moglie di don Ignazio
Vinicio Sofia: il vero turco
Anna Campori: Concettina
Nicola Maldacea Jr.: Salvatore
Guglielmo Inglese: falegname becchino
Ignazio Balsamo: commesso
Ugo D’Alessio: una guardia
Giacomo Furia: secondino
Salvo Libassi: una guardia
Gianni Partanna: ospite alla festa di fidanzamento
Valeria Moriconi: una bagnante
Totò Mignone: signore che parla turco
Peppino De Martino: barone a teatro
regia: Mario Mattoli
genere: commedia comico

 

sabato 20 luglio ore 20.45: No grazie, il caffè mi rende nervoso

No grazie, il caffè mi rende nervoso è un film commedia thriller del 1982 diretto da Lodovico Gasparini ed interpretato da Lello Arena e Massimo Troisi.

trama:
Napoli. L’organizzazione del Primo Festival Nuova Napoli è turbata da alcuni inspiegabili episodi: prima cede l’impalcatura del Teatro Tenda, successivamente alla redazione de Il Mattino arriva la cartolina d’un maniaco secondo il quale chiunque partecipi al Festival sarà ucciso. La sgomitante giornalista Lisa Sole vuole offrire al timido collega Michele Giuffrida la possibilità di ricavarne uno scoop, incarico che il direttore gli affida.

Per cercare di scoprire qualcosa, Lisa e Michele vanno al teatro durante le prove per il concerto di James Senese, con il pretesto di un’intervista; da una musicassetta viene audiodiffuso un messaggio del maniaco in cui è contenuta un’esplicita minaccia di morte verso il musicista, reo d’avere accettato d’intervenire alla kermesse. Lisa recupera la cassetta e corre al deposito della Pasam Records, dove viene seguita da Michele; i due vengono però scoperti dagli scagnozzi del contrabbandiere Mastino, ma riescono a fuggire. Anche l’attore Massimo Troisi, giunto da Roma per partecipare al Festival, viene piantonato da due agenti del commissario Barra, che vorrebbe approfittare d’una mossa falsa del maniaco per incastrarlo.

Nel frattempo succede di tutto: Senese viene ucciso nella sua auto, Troisi minacciato nella sua stanza d’albergo, Michele viene sospettato d’essere un emissario d’un rivale di Mastino e da questi fatto rapire; stessa sorte toccherà a Lisa, che viene poi rocambolescamente tratta in salvo da Michele. Ciò nonostante il Festival continua; Troisi vorrebbe rinunciare a parteciparvi ma viene convinto dal piano del commissario, con l’appoggio di vari giornalisti, Lisa compresa: la finta pubblicazione d’un articolo in cui l’attore rinuncia al Festival, per poi farlo apparire a sorpresa e successivamente farlo allontanare da Napoli scortandolo fino a Roma.

Troisi accetta con titubanza, ma la cosa non sfugge al maniaco, che finisce per strangolarlo e infilargli una pizza in bocca. Dopo quest’episodio, Lisa è decisa ad arrivare in fondo; i suoi sospetti cadono su un uomo misterioso presente in tutte le fotografie effettuate dai giornalisti dopo i delitti. Questi si rivelerà essere l’impresario musicale Kim Norton, giunto dagli Stati Uniti per acquistare in blocco i diritti del Festival e ritrovatosi solo casualmente al centro di quanto accaduto. La cruda verità circa l’identità dell’assassino non tarda ad arrivare: si tratta proprio di Michele, condizionato da un raptus, il cui movente sta nel totale rifiuto d’una Napoli in evoluzione, desideroso di mantenerla imprigionata dai soliti stereotipi. Proprio mentre Lisa sta per essere uccisa, il commissario Barra riesce a intervenire e ad arrestarlo.

Interpreti e personaggi:
Lello Arena: Michele Giuffrida
Maddalena Crippa: Lisa Sole
Carlo Monni: commissario Barra
Christoph Baumann: Kim Norton
Massimo Troisi: se stesso
James Senese: se stesso
Armando Marra: Dieci Decimi
Elio Polimeno: Mastino
Sergio Solli: mitomane
Aldo Barone: boss mafioso
Nando Murolo: il ferito al porto “Manniti di Riale”
Antonio Sigillo: Antonio Giuffrida, padre di Michele
Anna Campori: signora Rosa
Alfredo Cozzolino: agente Fusco
Lucio Ciotola: agente Amaniero
Sergio Meogrossi: Merolla
Loris Zanchi: direttore giornale
Mimmo Sepe: un giornalista
Corrado Taranto: un giornalista
Stefano Antonucci: organizzatore festival
Federico Pacifici: organizzatore festival
Beatrice Palme: organizzatrice festival
Antonio Sorrentino: venditore ambulante
Memo Dini: prigioniero incomprensibile
Napoli Centrale: se stessi

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