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giovedì, Novembre 7, 2024
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Fake news su balneari, diffida contro Legambiente e La7

Turismo

In una settimana in cui il tema delle concessioni balneari è piombato al centro dell’attenzione pubblica in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga al 2033, i media generalisti si sono scatenati a raccontare la questione con la solita superficialità e faziosità che li contraddistingue. Ma un imprenditore balneare del Lazio si è opposto, diffidando l’associazione ambientalista Legambiente e l’emittente televisiva La7 con l’accusa di avere diffuso dati falsi e parziali in merito ai canoni delle concessioni demaniali marittime. Oggetto del contenzioso è un servizio trasmesso lo scorso 13 novembre dalla trasmissione Omnibus, che nel raccontare la vicenda delle concessioni balneari italiane ha contestato con polemiche e attacchi gratuiti la presunta esiguità dei canoni pagati dai balneari. Tra le cifre citate in un’infografica è stato mostrato il canone dello stabilimento “Luna Rossa” di Gaeta, attribuendogli un canone di 11.800 euro tratto dal rapporto “Spiagge 2021” di Legambiente. Ebbene questo dato, a detta del titolare del lido Luna Rossa Cosimo Mammoletta, sarebbe del tutto falso: «Per questo ho deciso di contestare l’errata informazione del canale televisivo, dal momento in cui il canone annuale pubblicato in onda è marcatamente non rispondente a verità e segnatamente inferiore rispetto a quello effettivo, che ammonta a 25.000 euro». Non solo: «Nella pubblicazione della slide e nella spiegazione della stessa – prosegue Mammoletta – non si è tenuto contro dell’estensione della concessione, del periodo di reale attività e della natura della stessa: un conto infatti è parlare di stabilimenti balneari, un altro di spiagge libere attrezzate o di spiagge di pertinenza di hotel». I dati mostrati da Omnibus, appunto, secondo il balneare hanno omesso queste informazioni con la conseguenza di non contestualizzare adeguatamente il discorso. Insieme all’errato canone del Luna Rossa, infatti, la trasmissione di La7 ha citato per esempio i 7.500 del Lido Punta Pedale senza riferire che si tratta di una spiaggia libera attrezzata e non di uno stabilimento balneare, oppure i canoni del Lido Ultima Spiaggia di Capalbio (dichiarati per 6.000 euro contro i 13.900 reali) o del Bagno Felice di Forte dei Marmi (che sborsa 11.975 euro annui e non 6.500 come dichiarato da Omnibus). «Peraltro – conclude il concessionario – le modalità di trasmissione e il contesto polemico nel quale sono state inserite tali informazioni false sono da censurarsi, avendo quale unico effetto quello di far alterare l’opinione pubblica e finanche l’ordine pubblico, fino a far subire al sottoscritto diversi attacchi. Per questo, oltre a inviare diffida formale all’emittente con la richiesta di far cessare con effetto immediato qualsiasi forma di diffusione di dati falsi, alterati e non rispondenti a realtà nonché qualsiasi riferimento soggettivo alla mia società, ho richiesto per le vie formali a La7 e Legambiente di fornire in copia i documenti a sostegno delle indicazioni di spesa pubblicate e trasmesse durante il servizio televisivo, riservandomi la possibilità di procedere per le vie legali. Voglio aggiungere che il canone non è l’unica spesa che un balneare è costretto a sostenere, dal momento che nell’ordine abbiamo a carico le spese di salvataggio obbligatorio a beneficio di tutta la collettività e non solo dei nostri clienti, l’imposta regionale sul canone che arriva a raddoppiare le cifre richieste dallo Stato, l’Imu, la Tari calcolata sull’intera superficie della spiaggia in concessione anche per l’inverno quando siamo chiusi, l’Iva al 22% contro il 10% pagato da tutte le altre imprese turistiche, i costi di pulizia degli arenili per i detriti portati dal mare, e molto altro. Tutti costi obbligatori e pubblici che si aggiungono alla singola voce del canone e che un giornalista serio dovrebbe per dovere di cronaca riportare». Invece nessuna trasmissione televisiva lo ha mai fatto, essendo molto più facile creare sensazionalismo e mandare alla gogna pubblica una categoria sulla base di dati parziali e distorti. Fonte: MondoBalneare.com

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