23.8 C
Camerota
sabato, Luglio 27, 2024
spot_img

Consumi: Confesercenti, nel 2022 Famiglie italiane hanno bruciato 41,5 miliardi di euro di risparmi per mantenere tenore di vita

Turismo

CONSUMI: CONFESERCENTI, NEL 2022 FAMIGLIE ITALIANE HANNO BRUCIATO 41,5 MILIARDI DI EURO DI RISPARMI PER MANTENERE TENORE DI VITA

Inflazione e caro-energia rivoluzionano consumi e disponibilità. Nel 2023 scenderà potere d’acquisto (-2.800 euro per dipendenti, -2.200 per autonomi), mentre bollette e casa assorbiranno il 45,8% della spesa mensile

Tra caro-energia ed inflazione, nel 2022 le famiglie italiane sono state costrette a bruciare 41,5 miliardi dei propri risparmi nel tentativo di conservare il proprio tenore di vita. Un tenore ormai assediato dai costi incomprimibili: la quota di spesa familiare assorbita da spese per utenze e abitazione dovrebbe infatti assestarsi quest’anno sul 45,8% del totale mensile. Nel 2019 era il 35%. A stimarlo è Confesercenti.

L’impatto sulle famiglie. Una situazione che pesa soprattutto sui redditi medio-bassi. Per le famiglie meno abbienti – il 40% del totale, pari a circa 10,5 milioni di nuclei familiari – i costi fissi varranno quest’anno circa la metà dell’intera spesa mensile (il 49%), riducendo ancora di più lo spazio per le altre spese. Se si considerano infatti anche abbigliamento, bevande e spesa alimentare, la parte di bilancio occupata dai consumi obbligati o quasi sale al 77%, lasciando meno di un quarto – il 23% – disponibile per altro. Il quadro delle abitudini di spesa, però, si è modificato fortemente anche per chi ha un po’ di più. Per il 40% di famiglie con un reddito medio la quota di bilancio assorbita da bollette e spese per la casa passa dal 35% del 2019 al 45% stimato per quest’anno, mentre la spesa per alimentari e bevande si riduce dal 25 al 23%, e quella da dedicare ad altre spese subisce un vero e proprio crollo, scendendo dal 40% al 32%.

Potere d’acquisto e consumi nel 2023. A confermare la negatività del quadro è anche l’analisi dei redditi disponibili. Secondo le nostre stime, alla fine del 2023 il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti risulterà inferiore di 2.800 euro rispetto al 2021, mentre per i lavoratori autonomi la capacità di spesa si ridurrebbe di 2.200 euro. Sono questi gli effetti di un’inflazione che per il 2023 risulterebbe pari in media al +5,6%, portando così al +14,1% l’aumento dei prezzi nel biennio 2022-23. Per questo, quest’anno la spesa delle famiglie aumenterà appena del +0,5%: un risultato deludente, dovuto quasi interamente all’aumento delle spese obbligate, e cui si giungerebbe solo a fronte di una riduzione di ulteriori 11 miliardi dei risparmi delle famiglie.

Il confronto con il pre-pandemia. Solo le spese per utenze e alimentari registrano una crescita rispetto al periodo antecedente al covid, rispettivamente del +45,5% e +6,1%. Positiva, anche per gli sconti fiscali in campo, pure la voce mobili, articoli e servizi per la casa (+3%). Le restanti voci hanno tutte segno negativo: nel 2023 la spesa per ricreazione, spettacoli e cultura sarà ancora il -24,6% inferiore al 2019, quella in servizi ricettivi e ristorazione si assesterà al -20,6%, comunicazioni al -19,7%. Seguono, nella classifica delle voci più ‘tagliate’ rispetto al pre-covid: Istruzione (-17,3%), Abbigliamento e calzature (-15,2%), Trasporti (-11,1%), Altri beni e servizi (-11%), Bevande alcoliche e tabacchi (-9,7%), servizi sanitari e spese per la salute (-5,5%).

I dati tracciati dalla nostra associazione riportano in maniera chiara ed evidente una difficoltà oggettiva per il nostro tessuto economico e sociale anche salernitano. Quello che stiamo puntualmente raccontando da mesi dichiara il presidente provinciale di Confesercenti Salerno Raffaele Esposito certifica una criticità evidente e quotidiana che è stata in parte circoscritta dalla necessità di ricorrere a parte dei risparmi “di una vita”, un esercizio che nessuno di noi avrebbe mai voluto dover affrontare. Tra COVID, caro vita ed inflazione, la ripartenza è ancora un miraggio per tante famiglie e piccoli imprenditori che sono ulteriormente provati da questa situazione e che se non hanno potuto attingere dai risparmi hanno dovuto necessariamente ed ulteriormente dove possibile indebitarsi.

Occorrono politiche di sostegno migliori e rafforzate conclude il presidente Esposito, per contrastare efficacemente il caro vita ormai ovunque e per ogni circostanza ai massimi livelli, anche la pressione fiscale è ormai un deterrente alla crescita ed un ostacolo troppo spesso insormontabile che scoraggia anche la continuità di impresa. 

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Pubblicità -spot_img

Cronaca