Il Tribunale del Riesame di Salerno scagiona Luca Cascone. Non è stato commesso il reato di associazione per delinquere
Non è stato commesso il reato di associazione per delinquere. È quanto ha stabilito il Tribunale del Riesame di Salerno che ha confermato la pronuncia, a favore del consigliere regionale Luca Cascone, della Corte di Cassazione di qualche mese fa, annullando definitivamente il decreto con cui gli era stato contestato il reato di associazione per delinquere.
Ad annunciarlo è proprio Cascone, attraverso i canali social. «Con il supporto decisivo del mio avvocato Cecchino Cacciatore, abbiamo fatto un altro importante passo in avanti verso la definitiva risoluzione di una problematica che mi ha visto inaspettatamente coinvolto. Come ho già detto in questi mesi è stato fatto un lavoro puntuale ed approfondito, giuridico e tecnico che ha posto le solide basi della difesa; lavoro che sappiamo essere non ancora finito e che si continuerà a fare con grande attenzione – ha scritto il consigliere regionale, eletto con la lista De Luca presidente – Non posso che ripetere che resto tranquillo (anche se inevitabilmente ancora nervoso su questo argomento) e continuo ad attendere con serenità che gli organi inquirenti e la magistratura possano continuare le loro attività di approfondimento e verifica di tutti i documenti e le circostanze, per poter confermare la mia totale estraneità da tutto».
L’esponente del governo regionale, a guida Vincenzo De Luca, non risparmia qualche stoccata a chi, in questi mesi, lo ha contestato e criticato: «Dopo tanti giorni di stress e preoccupazioni oggi è un giorno positivo: per me, per la mia famiglia e per tutti gli amici e le persone che mi (e ci) vogliono bene; aspettiamo ancora un po’ di tempo (che è galantuomo!) e le malelingue, che non mancano mai, dovranno riscrivere tutti i post carini che mi hanno dedicato… uno alla volta lo chiederemo a tutti», ha dichiarato attraverso la sua pagina Facebook.
L’inchiesta che ha coinvolto Luca Cascone rientra nella più ampia attività giudiziaria portata avanti dalla Procura della Repubblica e ribattezzata Sistema Cilento. Nel mese di ottobre 2024, infatti, l’inchiesta Alfieri, arrestato solo pochi giorni prima insieme al suo ex capostaff Luca Campanile, la sorella Elvira, il dirigente comunale Carmine Grieco e i vertici Dervit, si allarga a macchia d’olio e nel registro degli indagati finiscono altre sei persone. Tra queste Cascone, per l’appunto. L’attività della Guardia di Finanza però prosegue con tanto di blitz presso gli uffici regionali con il consigliere che, nell’immediato, rimette nelle mani del presidente Vincenzo De Luca le deleghe all’Urbanistica e Trasporti. Tra gli indagati, in quel filone collegato ma distinto, finiscono nuovamente Andrea Campanile, componente dello staff del sindaco Alfieri; Angelo Michele Lizio, direttore settore Viabilità della provincia di Salerno; Nicola Aulisio, dirigente della società Cogea Impresit; Federica Turi, responsabile dell’area Manutenzione del Comune di Capaccio e Giovanni Vito Bello, responsabile dell’area Lavori Pubblici del Comune di Capaccio.
Nel mese di aprile 2025 la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio il decreto con cui veniva contestato il reato di associazione a delinquere al consigliere regionale. “Continuo ad attendere con serenità che gli organi inquirenti e la magistratura possano continuare le loro attività: valutare questa sentenza, e continuare nelle attività di approfondimento e verifica di tutti i documenti e le circostanze”, aveva dichiarato in quell’occasione il fedelissimo di Vincenzo De Luca. Ora, per lui si chiude un cerchio: restano in piedi le accuse delle tre ipotesi di turbativa d’asta in merito agli appalti della Fondovalle Calore, dell’Aversana e del sottopasso di Capaccio Paestum. (Erika Noschese – LE CRONACHE)