Dunque l’annuncio è arrivato. Il presidente del Parco del Cilento tra qualche giorno lascerà l’incarico al Parco. Eletto in Consiglio regionale della Campania, anche se il mandato è in scadenza la prossima primavera. Dunque la politica ora è impegnata nel’individuare il prossimo presidente dell’area protetta. Va detto che la carica di Presidente del Parco non è incompatibile con quella di Consigliere regionale, tuttavia, per una questione di opportunità politica, ma anche per rispetto istituzionale, Pellegrino quindi lascia momentaneamente l’Ente nelle mani dell’attuale vicepresidente Cono D’Elia, fino a nuova nomina. A scegliere il nuovo presidente sarà il ministro dell’ambiente in accordo però con il governatore della Campania De Luca. Questo è un punto fermo che però rispetto alla precedente nomina di Pellegrino, oggi trova il potere contrattuale del Ministro Costa molto ridimensionato, rispetto a quanto poteva nel 2015 l’allora Ministro Galletti che dopo quasi due anni di commissariamento dell’Ente Parco designò il presidente Pellegrino, nomina poi condivisa dal Presidente De Luca. Altro punto fermo è che il territorio non vuole in alcun modo imposizioni di personaggi che arrivino da lontano; insomma la formula dell’uomo del territorio funziona, come dimostrato dallo stesso Pellegrino, originario di Sassano, ed è la stessa che i sindaci ed i cittadini del Diano, degli Alburni e del Cilento si aspettano anche per il prossimo presidente dell’Ente. Dunque, innazitutto un politico, esperto di vita amministrativa, autorevole e riconosciuto dal territorio. Insomma un amministratore locale, senza dubbio. L’accordo politico dovrà tener conto degli equilibri tra i partiti del centrosinistra che sono la maggioranza tra gli amministratori del Cilento. La fa da padrona chiaramente la componente PD. E’ iniziata quindi l’interlocuzione, al momento molto celata e fatta di telefonate e di “ho sentito dire”. Intanto si organizzano le fila, si preparano le cordate. Si vagliano le posizioni già consolidate; le disponibilità. Al momento un unico pensiero accomuna tutti: nessuno sopporterebbe la nomina di ripiego per dare spazio a qualche “trombato” della politica. (Lorenzo Peluso – QUASIMEZZOGIORNO)

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