Calunnia al Sindaco di Camerota Antonio Romano. Rinvio a giudizio per Guzzo padre e figlio. La notizia è arrivata nel pomeriggio di ieri. Nuovo colpo di scena, dunque, nella vicenda ormai nota a Camerota, e non solo, come il “Caso Pozzallo”,iniziato nel 2012 in piena campagna elettorale quando l’attuale sindaco Antonio Romano, allora candidato della Lista La Sveglia, poi risultata vincente, accusò pubblicamente i familiari dell’ex assessore al demanio, Pierpaolo Guzzo (candidato nella lista Un’Altra Camerota), di essersi appropriato indebitamente di 200mila metri quadrati di terreno demaniale comunale. Nel frattempo, sono accaduti alcuni fatti che hanno portato alla decisione di oggi. Ma andiamo con ordine: tra il 2012 ed il 2014 il comune di Camerota ha recuperato il terreno, cosi come avevano sempre auspicato il sindaco Antonio Romano e l’intera amministrazione comunale, che avevano promesso che la vastissima area demaniale sarebbe tornata nella pubblica disponibilità. Nonostate il reintegro del terreno al comune da parte della Regione Campania, la vicenda giudiziaria è andata avanti.Giovanni e Pierpaolo Guzzo denunciarono il sindaco Romano per diffamazione e per aver fatto distribuire in piena campagna elettorale volantini in cui si accusava la famiglia di Guzzo, ma anche in questo caso la giustizia ordinaria si era espressa, fino all’ultimo grado a favore del sindaco di Camerota, assolto con un secco “non luogo a procedere”, nella fase preliminare del procedimento, decisione confermata poi anche dalla Suprema Corte. Successivamente, si è incardinato un nuovo procedimento penale che questa volta vede sul banco degli imputati i Guzzo, accusati di calunnia, entrambi, mentre sul capo del solo Giovanni Guzzo grava anche l’accusa di falso ideologico. Ieri, infine, la decisione del giudice delle indagini preliminari ha disposto il rinvio a giudizio per i Guzzo che ora dovranno rispondere delle accuse di calunnia nei confronti del primo cittadino di Camerota.

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